Secondo l’enciclopedia Treccani il termine “tecnologia” sintetizza gli sforzi avanzati per risolvere problemi pratici mediante l’uso di studi, procedimenti e conoscenze tecnico-scientifiche avanzate. Accettando tale definizione e osservando le macchine e i componenti esposti nei padiglioni fieristici di Hannover, appariva chiaro come, alla luce dell’integrazione in essere nel settore fra le più diverse discipline scientifiche, le “tecniche di coltivazione” siano state sostituite da “tecnologie di coltivazione” aventi tutte quale obiettivo ultimo quello di razionalizzare i processi in un’ottica di produttività.
Meglio se abbinando poi alla necessità di coltivare di più con minori risorse si riesce anche a rendere più sostenibile il settore. Intendiamoci, l’impegno avanzato dai costruttori di macchine e attrezzature per rendere i propri mezzi il meno impattanti possibile a livello ambientale è concreto e reale, ma tale risulta anche la consapevolezza che secondo le previsioni delle Nazioni Unite entro il 2030 la popolazione mondiale raggiungerà gli otto miliardi e mezzo di unità e tutte vorranno mangiare attingendo il cibo dalle stesse estensioni che oggi alimentano un bel mezzo miliardo in meno di persone.
Da qui la necessità di macchine sempre più evolute e prestazionali, quelle stesse che però gli agricoltori di Brasile, Germania, Francia, Giappone e Stati Uniti guardano con ansia non sentendosi preparati per usarle.
Verso l’Agritechnology
Ciò, stando allo studio “Agriculture in Transition” commissionato da Continental all’istituto di ricerche di mercato Innofact Ag e sviluppato mediante interviste sul campo a utilizzatori di attrezzature e macchine agricole che lavorano in aziende con una superficie superiore a 30 ettari.
Un buon 55 per cento degli agricoltori intervistati ha in effetti affermato di non disporre nelle proprie aziende delle tecnologie necessarie per affrontare il futuro, il 43 per cento chiede tecnologie più facili da usare, il 37 per cento corsi di formazione specifici e il 38 per cento la possibilità di aggiornare o adattare le macchine esistenti invece di doverne acquistare di nuove e costose.
Se è vero inoltre che la maggioranza degli intervistati afferma di essere attento alla tutela dell’ambiente, è vero anche che è soprattutto la pressione sui prezzi a rappresentare un problema importante. Con quelli dei prodotti che continuano a scendere sui mercati globali e quelli dell’energia, dei fertilizzanti e del personale continuano ad aumentare. Più della metà degli agricoltori ha inoltre evidenziato un calo di produttività dei suoli che si somma alla sempre più accentuata carenza di manodopera qualificata e alle problematiche indotte dagli andamenti climatici in via di cambiamento.
Tutto ciò non rende solo difficile investire in nuove tecnologie come vorrebbe quella politica che legifera in maniera ideologica e senza avere contatti con il Mondo reale, ma rende anche difficile trovare il tempo per prepararsi e riflettere. A fronte di quanto sopra è chiaro che spetta ai costruttori il compito di avanzare soluzioni operative allineate con le richieste del mercato e alla politica quello di aiutare il settore a evolversi, accettando l’idea che non basta mettere a disposizione i fondi per comprare nuovi trattori e nuove attrezzature se poi quegli stessi mezzi non vengono usati nel pieno delle loro potenzialità.
Sotto questo aspetto molto potrà aiutare l’intelligenza artificiale se sfruttata per ottimizzare in automatico le messe a punto delle macchine e le gestioni aziendali, agevolando anche agli agricoltori nelle scelte di fondo, tutti obiettivi verso i quali già oggi guardano le app gestionali più avanzate.
Agritechnica 2023 e Agritechnology: gomme “verdi” e idrogeno sugli scudi
Due i trend di settore che più di altri si sono evidenziati in quel di Hannover. I più quotati costruttori di pneumatici hanno lanciato, o annunciato il prossimo lancio, di prodotti realizzati con un minor utilizzo di composti di derivazione fossile, mentre i costruttori di motori hanno esibito le versioni alimentate con idrogeno dei rispettivi motori.
A questi ultimi è dedicato un apposito spazio già sul numero di dicembre, cui seguirà un ampio servizio sul prossimo fascicolo di Macchine Trattori, mentre i pneumatici “verdi”, a tratti tali anche nelle livree, saranno presentati nello spazio dedicato alla componentistica.
Pneumatici e motori poco hanno in comune, ma nel caso specifico ambedue i prodotti possono essere intesi quali prove concrete di quanto il settore molto tenga all’ambiente nonostante sia accusato di essere fra le sue principali forme di inquinamento. Un’accusa assurda visto che proprio l’ambiente rappresenta il luogo in cui si attuano le produzioni agricole e zootecniche, ma che viene continuamente sostenuta da una campagna disinformazione cui non sono estranee le stessa rappresentanze sindacali e politiche di settore, entrambe intente a sputare nel piatto in cui mangiano pur di guadagnare tessere e voti.
Titolo: Da Agritechnica a Agritechnology
Autore: Furio Oldani