Difficile pensare che il maggior costruttore mondiale di autovetture abbia una visione distorta del futuro di settore. Più probabile ipotizzare che la forte presenza di Toyota nell’intero mercato globale permetta al Gruppo giapponese di avere un focus privilegiato sulle tendenze verso cui tende il comparto automotive. E che quest’ultimo sia destinato a sposare sempre più l’elettrificazione dei powertrain è una convinzione condivisa anche da Toyota, ma a fare la differenza rispetto a molti costruttori europei e statunitensi è il punto di caduta di tale evoluzione. Come più volte ribadito, la Multinazionale asiatica non crede infatti che sia il full electric la panacea di tutti i mali che affliggono l’ambiente, quanto piuttosto una strategia motoristica diversificata che affianchi alle vetture puramente elettriche anche modelli ibridi integranti motori a combustione interna ad alta efficienza e a basso impatto ambientale, alimentati con combustibili alternativi quali biocarburanti, e-fuel e idrogeno liquido.
Proprio per questa ragione, Toyota ha deciso di unire le forze con Mazda e Subaru per velocizzare lo sviluppo di nuovi motori a combustione interna, ottimizzando il più possibile i costi grazie a un’alleanza capitanata dalla Multinazionale guidata da Akio Toyoda in virtù dalla sua partecipazione nel capitale di Subaru e di Mazda con quote nell’ordine, rispettivamente, del 20 e del cinque per cento. La sinergia tra i tre Brand giapponesi non è però destinata alla realizzazione di motori comuni da utilizzare poi sui loro rispettivi veicoli, ma è viceversa finalizzata alla progettazione di una tecnologia condivisa da sfruttare poi su propulsori differenti, in grado di adattarsi alla filosofia di ogni singolo Marchio. L’identità dei singoli Brand rimarrà dunque molto forte, senza un’unificazione dei caratteri, tant’è che i prototipi mostrati durante la conferenza congiunta hanno fedelmente rispecchiato tale specificità. Toyota è in effetti attualmente focalizzata sullo sviluppo di unità a quattro cilindri in linea, contrariamente a Mazda che ha invece proposto una revisione, o per meglio dire un’idea di revisione, di un suo motore rotativo Wankel integrante un’unità elettrica compatta, mentre Subaru ha presentato un progetto di powertrain elettrificato sviluppato partendo dal suo classico boxer a cilindri contrapposti.
Tutte unità a benzina peraltro, ma che secondo le tre Case giapponesi potranno essere declinate anche in versione diesel, caratterizzate da una struttura maggiormente compatta rispetto agli standard attuali così da supportare una riprogettazione delle vetture verso forme più contenute e aerodinamiche che concorrano a migliorare l’efficienza dei motori endotermici. Un programma ambizioso che Toyota, anche in qualità di capofila dell’alleanza strategica, sta portando avanti a grandi passi attraverso la messa a punto di due blocchi motore da un litro e mezzo e da due litri di cubatura che dovrebbero debuttare ufficialmente a fine 2026 e caratterizzati, oltre alle già citate dimensioni compatte volte a rendere maggiormente flessibile la loro installazione sulle future vetture, anche dalla tecnologia di combustione “D-4S” in grado di supportare l’impiego di biocarburanti ed e-fuel. Accomunati da un’architettura a quattro cilindri, i propulsori presentati dalla Casa giapponese sono per ora declinati su tre versioni, due da un litro e mezzo in configurazione aspirata e sovralimentata e una da due litri solo sovralimentata.
In particolare, secondo i dati rilasciati da Toyota, il quattro cilindri aspirato da un litro e mezzo sarebbe in grado di assicurare fino al dieci per cento di potenza in più rispetto all’analogo motore che attualmente equipaggia le vetture Toyota, garantendo al contempo una riduzione del dieci per cento del peso e degli ingombri, sia verticali sia orizzontali. La versione sovralimentata vanterebbe invece la medesima potenza dell’attuale motore aspirato da due litri e mezzo di cubatura, ma con un volume inferiore del 20 per cento e un’efficienza termodinamica superiore del 30 per cento, mentre il due litri sovralimentato garantirebbe dimensioni inferiori del dieci per cento rispetto all’attuale turbo benzina da due litri e 400 centimetri cubi, a fronte di una potenza superiore del 30 per cento.
Titolo: Toyota punta ancora sul motore endotermico