La McLaren stradale più potente e leggera di sempre. È con questo biglietto da visita che la Casa inglese ha presentato la nuova supercar “750S”, erede diretta di quella “720S” che nonostante molto mutui in termini estetici ne rappresenta un salto in avanti generazionale a livello tecnico. Se l’impostazione della vettura è in effetti tipicamente McLaren, con un abitacolo avanzato e un frontale basso e corto rispetto al posteriore, gli ingegneri del Marchio di Woking molto hanno invece lavorato per evolvere l’esperienza maturata con il modello “720S” per dare vita a una supercar che mira a diventare un punto di riferimento in termini di leggerezza strutturale, di prestazioni motoristiche, di guidabilità e di aerodinamica.
Un aspetto quest’ultimo cui molto si lega la particolare forma, quasi a goccia, della monoscocca in fibra di carbonio “Monocage II”, attorno alla quale i tecnici McLaren hanno disegnato una nuova sezione inferiore del frontale che incorpora uno splitter anteriore esteso e prese d’aria più strette che inglobano i fari.
Tutte soluzioni dal forte impatto estetico che, come le rinnovate prese d’aria dei passaruota posteriori, giocano un ruolo essenziale nella corretta gestione dei flussi d’aria in termini di carico aerodinamico. Allo stesso obiettivo guarda peraltro un retrotreno ridisegnato rispetto a quello della “720S” per ospitare un ponte posteriore allungato teso a incanalare l’aria attraverso l’alettone attivo rialzato e allungato, posizionato sopra un inedito scarico centrale a singola uscita. A beneficiare di tutto ciò è anche la leggerezza strutturale che alle versioni “Coupé” e “Spider” permette di fermare l’ago della bilancia, rispettivamente, a mille 277 e a mille 326 chili, in entrambi i casi 142 chili in meno rispetto alla progenitrice “720S”. Valori che all’atto pratico consentono alla versione coperta di proporre un rapporto peso potenza di 587 cavalli per tonnellata, complici i 750 cavalli erogati dal rinnovato V8 biturbo “M840T” operante congiuntamente a una trasmissione sequenziale a sette rapporti di derivazione Formula 1.
Anch’essa rivista in termini di gestione funzionale, propone un rapporto di trasmissione finale più breve del 15 per cento che concorre a massimizzare la capacità di accelerazione della vettura, in grado così di scattare da ferma a 100 e a 200 all’ora, rispettivamente, in due secondi e otto e in sette secondi e due decimi.
Prestazioni estreme che non tutti sono in grado di gestire soprattutto nei percorsi misti e proprio per tale ragione i tecnici della Casa inglese hanno integrato nel cambio la funzione “downshift limit” che consente al pilota di richiedere la scalata di marcia anche se il regime di rotazione del motore non la permetterebbe. Sarà infatti la centralina a consentire autonomamente il passaggio di marcia solo quando le condizioni di marcia lo permetteranno, evitando così pericolosi fuorigiri.
Alla sicurezza di guida guardano peraltro anche le sospensioni idrauliche “Proactive Chassis Control”, giunte sulla nuova “750S” alla loro terza generazione portando in dote una geometria inedita integrante molle elicoidali passive, ammortizzatori semi-attivi con compressione ed estensione completamente controllabili e un circuito idraulico al posto delle tradizionali barre antirollio meccaniche. Una soluzione quest’ultima che ha consentito di ottenere una maggiore rigidità strutturale che a sua volta si è tradotta in un ammorbidimento delle molle anteriori del tre per cento e in un irrigidimento di quelle posteriori del quattro per cento rispetto a quanto proposto dalla “720S”, così da garantire alla vettura un bilanciamento più neutro in percorrenza di curva e una migliore resistenza al rollio.
Contenuti da supercar che strizza l’occhio a un utilizzo congiunto strada/pista, connotazione resa esplicita da un abitacolo incentrato sul pilota con il display della strumentazione montato sul piantone dello sterzo e quindi in grado di spostarsi in funzione della regolazione dello stesso. Ai lati dello schermo sono invece ricollocati i comandi per selezionare le impostazioni per selezionare le modalità di guida “Active”, “Dynamic”, “Comfort”, “Sport” e “Track” senza staccare le mani sul volante, mentre il pulsante “Mcl”, acronimo di “McLaren Control Launcher” permette di richiamare in modo immediato set di preferenze relative a powertrain, aerodinamica e handling impostate in precedenza.
L’impianto franate di derivazione racing della McLaren “750S”
La nuova McLaren “750S” è equipaggiata con un impianto frenante di derivazione racing strutturato sulla base di dischi carboceramici da 390 millimetri all’anteriore e da 380 millimetri al posteriore, di pinze in alluminio a sei pistoncini davanti e quattro dietro e di un inedito servofreno volto a migliorare sia la sensibilità sia la modulazione del pedale. A enfatizzare ulteriormente la capacità di arresto contribuisce inoltre il freno aerodinamico creato dall’ala mobile quando si trova nella posizione più verticale che di fatto consente alla supersportiva inglese di garantire spazi di frenata nell’ordine dei 30 e dei 113 metri a velocità, rispettivamente, di 100 e 200 all’ora.
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Titolo: Supercar “750S”, la McLaren stradale più potente e leggera di sempre
Autore: Redazione