Si chiama idrovoltaico ed è basato sulla capacità di produrre elettricità sfruttando l’interazione dell’acqua con specifici materiali nanostrutturati. A lavorare su questo fronte è la Scuola politecnica di Losanna, in Svizzera.
I flussi di fluidi e di ioni dovuti dall’evaporazione dell’acqua possono infatti generare cariche elettrostatiche interagendo con una rete esagonale di nanopilastri di silicio, distanziati fra loro in modo da creare microcanali per il passaggio del vapor acqueo.
Nei test di laboratorio si è misurata una densità di potenza di otto microwatt per centimetro quadro utilizzando una soluzione salina a bassa concentrazione. Decisamente poco, ma la ricerca è solo agli inizi. Si attendono quindi eventuali sviluppi.