Il carburante in sé non è una novità. E’ infatti in commercio già da alcuni anni e nello stesso lasso di tempo l’azienda produttrice, Hyperfuel, ubicata in Texas molto ha anche lavorato per creare un’adeguata rete di distribuzione. Creare un neetwork in un Paese che di fatto copre un mezzo continente non è cosa facile, a maggior ragione quando il prodotto che si vuole distribuire è una benzina avente numero di ottano pari a 93 ricavata raffinando olii da cucina esausti, scarti vegetali di lavorazione e rifiuti umidi urbani.
Di fatto un carburante sostenibile derivante da un’economia circolare che va a competere con i carburanti tradizionali di derivazione fossile. Secondo Hyperfuel però quella è una delle strade percorribili per ridurre la dipendenza dal petrolio e muoversi verso quegli obiettivi di contenimento degli inquinanti ambientali derivanti dall’uso dei motori endotermici che entro il 20250 vorrebbero tagliare del 90 per cento le emissioni di anidride carbonica. In tale ottica ben si presta “PurFuel Tm”, questo il nome del carburante, in quanto risulterebbe utilizzabile nei motori ciclo otto senza dover sottoporre le unità ad alcun tipo di trasformazione risultando in particolare molto indicato per utilizzi diportistici e marini.
La benzina è in effetti a base di isobutanolo e non di etanolo e quindi non risulta igroscopica, problema molto sentito a livello diportistico. La tendenza dell’etanolo ad assorbire l’acqua, in particolare quella di condensa che si forma nei serbatoi se non tenuti costantemente pieni, riduce infatti le prestazioni dei motori, crea difficoltà di avviamento e costringe allo svuotamento dei serbatoi a fine stagione. Da qui l’interesse dei costruttori di fuoribordo nei confronti di “PurFuel Tm” e la decisione da parte di Suzuki di sperimentare il carburante in maniera ufficiale al fine di verificarne l’effettiva compatibilità con i suoi motori. Sia a livello prestazionale sia affidabilistico.
I test saranno condotti in collaborazione con National Marine Manufacturers Association, l’associazione che include tutte le aziende coinvolte nel business nautico statunitense, e rientrano nel piano ambientale “”Suzuki environmental Vision 2050″ varato dalla Casa giapponese nel 2020 che oltre a prevedere l’abbattimento delle emissioni dei motori include anche azioni volte a migliorare i processi industriali. I test saranno condotti presso il Centro Tecnico Suzuki Marine Usa di Tampa, in Florida, e nel caso si concludessero positivamente avvieranno la promozione del carburante presso tutti in porti turistici della Florida a partire da quello di Panama City.
Titolo: Nautica Suzuki, carburante sostenibile pronto per l’uso
Autore: Redazione