Lamberto Maffei, già direttore dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr e del Laboratorio di Neurobiologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa oltre che ex-presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei, ha affermato in uno suo saggio ripreso nel titolo di questo articolo che “viviamo in un mondo veloce, dove il tempo sembra via via contrarsi. Continuamente connessi, chiamati a rispondere in tempi brevi a e-mail, tweet e sms oltre iper-sollecitati dalle immagini, in una frenesia visiva e cognitiva dai tratti patologici. Dimentichiamo così che il cervello è una macchina lenta e, nel tentativo di imitare le macchine veloci, andiamo incontro a frustrazioni e affanni”.
Un’affermazione peraltro suffragata da Thomas Hyliand Eriksen, professore di antropologia sociale all’Università di Oslo e presidente di European Association of Social Anthropologists, che nel suo saggio “Tempo tiranno. Velocità e lentezza nell’era dell’informatica” arriva a parlare di “tirannia dell’istante”. Entrambi i saggi puntano di fatto il dito contro la corsa alla velocità che caratterizza tutti gli ambiti sociali, da quelli più concreti come per esempio sono i trasporti o le produzioni industriali a quelli virtuali come per esempio risulta essere l’informazione. La domanda di fondo che i due saggisti si son posti è se questa corsa alla velocità sia effettivamente costruttiva e necessaria o, al contrario, sia solo espressione di una società sempre più stressata che in nome del business sta perdendo i suoi valori naturali di base.
La questione si pone indirettamente nel caso di “Destinus”, l’areo a razzo ipersonico che l’imprenditore russo Mikhail Kokorich vuole costruire entro il 2030 affidando il progetto a una sua startup Svizzera fondata nel 2021. L’aereo dovrebbe permettere di collegare l’Europa all’Australia in meno di quattro ore viaggiando a mach 5 e giovandosi di un’alimentazione a idrogeno liquido.
Un progetto sicuramente affascinante che il Governo spagnolo ha finanziato con 27 milioni di euro, 12 destinati a creare le infrastrutture necessarie allo sviluppo del motore e gli altri 15 per sviluppare poi il motore stesso, uno dei due pilastri su cui poggia il successo dell’iniziativa. Quest’ultima ha peraltro già dato origine a due prototipi in scala, “Jungfrau” ed “Eiger”, usati quali piattaforme sperimentali tese a consentire i test delle apparecchiature di bordo e dei sistemi di guida autonoma direttamente in volo ma sotto la supervisione di un pilota pronto a intervenire da remoto. Previsti poi per la fine di quest’anno anche i primi test del motore e i voli supersonici.
Il velivolo finale arriverebbe a seguire, dapprima in una versione da 25 posti e poi in altre fino a un totale di cento posti. Come accennato, la parte più critica del progetto riguarda la realizzazione del motore, una via di mezzo fra i motori a reazione convenzionali e i ramjet con l’aggravio dell’alimentazione a idrogeno liquido, carburante il cui costo è oggi circa 20 volte superiore a quelli proposti dai carburanti tradizionali per jet e da gestire mediante infrastrutture del tutto assenti negli odierni aeroporti. Vero che in Italia l’attuale gestore dei servizi aeroportuali milanesi Sea ha annunciato che nel 2024 inserirà in uno degli aeroporti un impianto per la produzione di idrogeno liquido, ma questi sarà indirizzato all’alimentazione degli aerei quanto all’alimentazione dei mezzi di terra.
Londra-New York in 90 minuti: ecco il progetto “Destinus”
“Destinus” punta invece a rendere possibile il volo superveloce a idrogeno liquido, quindi senza emissioni di anidride carbonica avendo allo scarico solo acqua. Di fatto un progetto ambizioso sul quale pende però l’interrogativo di fondo avanzato in precedenza: c’è proprio bisogno di velocitò ipersoniche? Già oggi gran parte dei rapporti umani e di lavoro possono essere sviluppati via internet in tempo reale senza che sia necessario un incontro fisico fra i vari interlocutori, a livello turistico le velocità attuali soddisfano la domanda né è ipotizzabile che aerei come “Destinus” possano fungere in futuro solo da cargo per merci deperibili. Se ci si pensa, anche “Concorde” lo splendido aereo supersonico costruito da Francia e Inghilterra diventò solo un vettore per pochi ricchi che approvano il volo supersonico più per curiosità e snobismo che per effettiva necessità.
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Titolo: Londra-New York in 90 minuti: ecco il progetto “Destinus”
Autore: Redazione