150 cavalli la potenza, 230 newtonmetro la coppia e 230 chilometri/ora la velocità massima. Queste le credenziali definitive con cui si presenta sul mercato “Lacama”, la moto elettrica prodotta dal gruppo Tazzari di Imola, specializzato nella progettazione nella produzione di veicoli full electric compatti orientati ai trasporti urbani.
Un’esperienza che il Gruppo ha sfruttato per definire una due ruote che poco vuole avere di “urbano” configurandosi piuttosto quale naked di alto profilo, resa tale sia dalle prestazioni sia da una produzione di stampo artigianale sia dai prezzi, decisamente non alla portata di tutte le tasche. La moto, disponibile in versione mono e biposto, costa infatti poco meno di 25 mila euro iva esclusa, cifra cui si deve però aggiungere il costo della batterie disponibili a poco meno di cinquemila o settemila euro a seconda che si acceda al pacco “HyperLight” o “HyperPower”.
“Lacama” di Italian Volt: motore e potenza
Il primo dà luogo a una potenza motore massima di 52 chilowatt e a una coppia di 140 newtonmetro garantendo una velocità massima di 170 chilometri/ora e un’autonomia dichiarata di 175 chilometri. Il secondo alza le prestazioni alle soglie dei 110 chilowatt e dei 230 newtonmetro permettendo di raggiungere i 230 chilometri/ora e di viaggiare per 257 chilometri prima di dover ricaricare.
Chiaro che in entrambi i casi i rapporti prezzo/prestazioni non sono competitivi rispetto alle moto tradizionali, problema che però non dovrebbe assillare gli acquirenti di “Lacama” se, come recita il sito della Casa, ambiscono a “contenuti di altissima tecnologia, a un design ultra-moderno e iper customizzabile “ oltre che a un prodotto “capace di sbloccare nuovi livelli di immaginazione, percezione e consapevolezza”. Sarà il tempo a dire se a tali proclami del Marchio il mercato ha risposto o meno, ma è indubbio che i contenuti ci sono, a partire dal telaio e dal forcellone realizzati con fusioni uniche di alluminio la prima delle quali, il telaio, è sospesa su forcelle e ammortizzatori Ohlins.
Il motore a flusso assiale è inoltre alimentato da celle immerse nel liquido dielettrico e controllate elettronicamente in termini di raffreddamento e riscaldamento mentre l’erogazione è tarabile sulla base di quattro modalità di guida tutte gestite a livello di abs, controllo di trazione e controllo dell’impennata da una piattaforma inerzial a sei assi. La trasmissione finale è attuata mediante un cinghia rinforzata con fibbra di carbonio e alla ricarica del pacco batterie provvede un caricatore integrato da tre chilowatt e tre di potenza.