L’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e in particolare dal fotovoltaico sta creando non pochi problemi nei Paesi che più di altri hanno investito sul tema. In Germania la capacità produttiva globale nel 2023 si sarebbe attestata sui 456 terawattora e di questi, secondo l’Agenzia Federale Tedesca delle Reti “Bundesnetzagentur“ il 55 per cento, circa 251 terawattora, sarebbe stata coperta da fonti energetiche rinnovabili. A tale risultato hanno contribuito l’eolico con un 31 per cento, il fotovoltaico con un 12 per cento circa e le produzioni da biomasse per il restante 12 per cento. Secondo i calcoli del Centro per la ricerca sull’energia solare e sull’idrogeno del Baden-Württemberg e dell’Associazione federale dell’industria dell’energia e dell’acqua i circa 55 terawattora realizzati dal solare si sono però concentrati soprattutto nei mesi estivi, quando la domanda di energia del Paese è in calo, e in parte sono stati indotti da mini-produzioni private sulle quali non è possibile esercitare alcun controllo. Ne deriva una situazione contraddittoria che ha portato a un crollo dei prezzi riconosciuti ai produttori “ufficiali” di energia da fotovoltaico.
Si parla in effetti di un taglio dell’87 per cento dei prezzi rispetto a quelli medi riconosciuti prima del boom delle energie rinnovabili. Accade quindi che chi ha investito in costosi parchi fotovoltaici vede oggi le proprie produzioni svendute vuoi perché concentrate in periodi in cui l’offerta supera la domanda vuoi perché quest’ultima è in parte soddisfatta dal solare residenziale. Ad aggravare la situazione anche il fatto che il settore non può ridurre le sue produzioni in quanto tutelate dalle Leggi tedesche né si può agire sulle produzioni di derivazione fossile in quanto indotte da centrali che richiedono tempi lunghi per essere attivate o disattivate.
Col risultato che chi detiene le centrali tradizionali fa affari d’oro vendendo energia quando cala la produzione solare. Sono quindi venute a cadere quelle possibilità di rapido ammortamento degli impianti fotovoltaici a suo tempo garantiti da incentivi e ritorni di vendita, fattori ancora vigenti in Italia. Al momento l’energia da fotovoltaico prodotta nel Belpaese è in effetti pagata al prezzo del “Pun”, “Prezzo Unico Nazionale”, e ciò per ora non dà luogo ai problemi di cui sopra.
Ipotizzabile però che già nel medio periodo e sulla base di quanto sta accadendo in altri Paesi si passi a una tariffa “oraria” facendo contemporaneamente cadere gli eventuali incentivi in essere per la messa in opera di nuove installazioni. Le aziende che puntano ad affiancare alle produzioni agricole quelle energetiche da fotovoltaico facciano quindi bene i loro conti accettando anche l’idea che “del doman non v’è certezza”.