Costa meridionale della Francia, Port La Nouvelle. Estate 2023. Sulle acque del mar Mediterraneo una barca a vela, ammesso che così la si possa definire, progettata per battere il record di velocità per imbarcazioni senza motore. Obiettivo: 150 chilometri all’ora di velocità, la media su una base di 500 metri. Un progetto ambizioso in quanto si tratta di sup0erare di ben 30 chilometri/ora l’attuale record, detenuto dall’australiano Paul Larsen che nel novembre del 2012 toccò i 121 chilometri/ora con l’imbarcazione “Vesas Sailrocket 2”. Un risultato peraltro vicino al record di velocità raggiunto con un kitesurf dal francese Alex Caizergues, quasi 108 chilometri/ora a Saline-de-Giraud. Quest’ultimo risultato è probabilmente quello che ha ispirato il team svizzero Richard Mille, ubicato sul lago di Ginevra, a ipotizzare proprio una propulsione tramite kite vettore di un’imbarcazione in grado di “stracciare” il record di velocità di Paul Larsen, natante alla cui realizzazione, tra le varie aziende, contribuisce anche il cantiere bergamasco Persico Marine.
Si tratta di una barca sviluppata ad hoc, identificata con la sigla “Sp80”, lunga dieci metri e larga sette e pesante 800 chili caratterizzata da un’architettura unica nel suo genere, indotta proprio dalla volontà di collegarla a una vela di tipo kite per l’aspetto propulsivo riducendo contemporaneamente al minimo le resistenze idrodinamiche e aerodinamiche senza compromettere la stabilità alle alte velocità. Una condizione essenziale quest’ultima per assicurare la costante adesione fra lo scafo, ma sarebbe meglio parlare di appendici, con la superficie dell’acqua escludendo un suo possibile decollo.
Richard Mille “Sp80”: le caratteristiche
In tale ottica “Sp80” è strutturata sulla base di tre scafi multipli che assicurano altrettanti ridotti punti di contatto. Una sorta di trimarano quindi, con lo scafo principale posizionato molto a prua e contenente il cockpit dei piloti e due scafi secondari posti laterali a poppa dell’imbarcazione. La parte centrale dello scafo di conseguenza è completamente rialzata dall’acqua, una sorta di fusoliera che ricorda il design dei ricognitori strategici Loocked “Sr-71B”, meglio noti quali “Blackbird”, velivoli che detengono ancora oggi il record di velocità per aerei con pilota a bordo con tre mila 530 chilometri/ora raggiunti a 26 mila metri.
A differenza degli aerei che avevano i reattori sulle ali, “Sp80” trova il suo “propulsore” ancorato nella parte centrale della fusoliera tramite un braccio girevole alla cui estremità sono fissati i cavi di collegamento con il kite. L’elemento ha quindi il compito di trasmettere all’imbarcazione la forza sviluppata dalla vela volante controllandone allo stesso tempo i movimenti in cielo mentre a contrastare la componente verticale della forza di trazione esercitata dal kite provvede un foil il cui asse è allineato a quello del modulo di potenza e operante anche quale deriva.
Da sottolineare che il design degli scafi è basato su profili superventilati, ampiamente utilizzati prima dell’avvento dei foil su imbarcazioni chiamate a toccare elevate velocità di crociera. Tale soluzione è evidenziata dai profili delle superfici a contatto con l’acqua che escludono il profilo alare simmetrico tipico di un foil ma presentano superfici rastremate sul bordo d’attacco e squadrate nella parte posteriore, con una sezione triangolare allungata.
Quando si superano i 100 chilometri all’ora i profili alari degli attuali foil portano in effetti a un distacco dello strato limite sulla superficie solida, con aumento della turbolenza e avvio di fenomeni di cavitazione che determinano un sensibile aumento della resistenza idrodinamica e un’elevata instabilità.
I profili superventilati invece determinano la creazione di una bolla di aria stabile intorno al profilo già a bassa velocità, un’interfaccia concreta tra le superfici del profilo stesso e l’acqua. In tale condizione il flusso intorno alla bolla d’aria si mantiene laminare e quindi non si determinano fenomeni di cavitazione con formazione di vapore permettendo una sensibile riduzione della resistenza alle alte velocità oltre a migliorare la stabilità. Da sottolineare che tutta l’imbarcazione ai fini della validità del record sarà assente da controlli elettronici e che quindi le manovre effettuate dall’equipaggio saranno avanzate tramite sistemi meccanici che permettono il controllo dei vari componenti dell’imbarcazione.
Ogni vento il suo kite
La vela è uno dei componenti base di “Sp80” e per massimizzarne le prestazioni in termini di potenza di trazione il team Richard Mille ne ha sviluppate diverse per meglio rispondere alle condizioni di vento che si verranno a creare. Cambiano geometrie e dimensioni, con le seconde che spaziano fra i 25 a i 40 metri quadrati, ma in termini strutturali si tratta sempre di vele vicine ai kite convenzionale a quattro linee, due di potenza e due di controllo, studiati per sfruttare venti che soffiano tra i 25 e i 30 nodi.
Va precisato che i kite, pur costituendo una soluzione efficiente da un punto di vista dello sfruttamento del vento, costituiscono anche un limite a livello funzionale, in particolare in fase di partenza. Per questo “Sp80” sarà affiancato da una piattaforma dedicata che avrà il compito di lanciare il kite delle dimensioni idonee alle condizioni di vento presenti in quel momento. La vela sarà inoltre gestita dal secondo pilota in quanto il primo sarà impegnato nel controllo dell’imbarcazione tramite un volante collegato al timone, posizionato sullo scafo anteriore. Per alloggiare l’equipaggio è stato progettato un cockpit rinforzato con fibre di kevlar in grado di sopportare anche decelerazioni dell’ordine dei 50g. Previste anche cinture di sicurezza a sei punti e sistemi di respirazioni ausiliari connessi ai caschi dei piloti.
Titolo: Ecco Richard Mille “Sp80”, nel vento a 150 all’ora
Autore: Redazione