Fino a pochi anni fa, quando i modelli di auto elettrica si contavano sulle dita di una mano, il target operativo costituiva un vincolo di progetto importante nel definire le soluzioni tecniche e di design sulle quali basare lo sviluppo di un nuovo modello. Nel progetto di una station wagon, per esempio, si cercava la possibilità di spostare un elevato volume di bagagli senza perdere il comfort di una berlina in termini di performance e ingombri. Escludendo quindi architetture da monovolume o proprie dei veicoli da trasporto. Le station wagon quindi, pur allargandosi nelle dimensioni, soprattutto in lunghezza, manteneva un “contegno” a livello di ingombri, tali da permetterne anche l’utilizzo in un ambito urbano senza trovarsi a parcheggiare negli spazi riservati agli autobus. Non si sa bene cosa sia successo negli ultimi anni, ma verso la fine del decennio scorso l’elettrificazione ha iniziato ad accelerare in nome di una sostenibilità che ha preso il sopravvento su qualsiasi altro parametro di progetto. Il risultato è oggi il tentativo di applicare indiscriminatamente l’elettrificazione in qualsiasi segmento, con il risultato di proporre all’utenza oggetti che fino a poco tempo fa qualsiasi progettista si sarebbe rifiutato anche solo di ipotizzare sulla carta. L’ultima creazione di Volkswagen, la versione station wagon della gamma full electric “Id.7” rientra a pieni voti all’interno di tale contesto. Il motivo di tale valutazione è da ricerca nei “punti forti” che contraddistinguono il modello. Secondo Volkswagen “Id.7 Tourer”, e da sottolineare il termine “Tourer”, cioè dedicata al turismo, “unisce i vantaggi delle basse emissioni della mobilità elettrica con un’ampia autonomia, stimata fino a 685 chilometri, e una notevole capacità di carico, fino a mille 714 litri”. Sulle basse emissioni nulla da dire. Con 14 chilowattora per 100 chilometri di consumo energetico dichiarato le emissioni sono limitate a 53 centesimi di grammo per chilometro. Nulla se confrontato con le emissioni di un motore a combustione. Il resto è però discutibile, a partire dall’elevata autonomia. 685 chilometri nella migliore delle ipotesi, quindi considerando la batteria di maggiore capacità in cui viene offerta, 86 chilowattora netti, 91 lordi, e nelle migliori condizioni di avanzamento possibile. Quindi in media stagione, con condizionatore spento, altrimenti parte subito fino al 10 per cento circa dell’autonomia, ma soprattutto con un carico minimo o totalmente senza carico.
Al di là dell’autonomia “variabile, c’è comunque da dire che i 685 chilometri massimi dichiarati non sono neanche male per un full electric, ma basta fare un paragone con un qualsiasi modello con motore a combustione per rendersi conto di quanto tale performance, fondamentale per quello che vorrebbe essere un modello “Tourer”, si sia ridotta rispetto alle station wagon di una volta. Senza andare troppo indietro, accade che la mitica Volkswagen “Passat” di dieci anni fa con il suo turbodiesel “Tdi” da due litri erogante 150 cavalli e forte di un serbatoio da 66 litri di capacità poteva marciare per mille 500 chilometri senza aver bisogno di rifornimenti. Chilometri che anche in questo caso variavano a seconda delle modalità di utilizzo e dei cariche ma che restavano comunque sempre superiori ai mille chilometri. Passando a volumi interni e dimensioni generali della vettura accade poi che “Id.7 Tourer” si proponga con una lunghezza di quattro metri 961 millimetri, la stessa della sorella in versione fastback, e con un bagagliaio di 605 litri. Con quasi cinque metri di vettura siamo già all’interno del range dimensionale dei furgoni di medie dimensioni, con buona pace del “contegno” dimensionale per un utilizzo in ambito urbano. Contegno che in verità molti modelli di classe media superiore hanno ormai abbandonato da tempo. Ma a fronte di tale lunghezza il bagagliaio è risicato. 605 litri sono qualcosa meno del bagagliaio di “Golf Variant” che come dimensione in lunghezza si ferma poco sopra i quattro metri 600 millimetri.
Mentre con qualche millimetro in meno di lunghezza, quattro metri 917 millimetri, le nuove “Passat” offrono un bagagliaio che sfiora i 700 litri. Ciliegina sulla torta il peso, due tonnellate e 172 chili, roba da pickup statunitensi in stile Ford “Ranger” ma anche un bel 30 per cento in più di massa rispetto a Volkswagen “Passat” motorizzata con un due litri turbodiesel e quasi il 50 per cento in più rispetto alla versione benzina mossa da quattro cilindri da un litro e mezzo di cubatura e in versione mild hybrid. Dovendosela vedere con oltre 21 quintali di peso, i 210 chilowatt di potenza del motore, quasi 300 cavalli, e i 545 newtonmetro di coppia non devono quindi entusiasmare più di tanto né far penare a chissà quali accelerazioni. Sotto questo aspetto l’auto tien fede alla sua denominazione “Tourer” e quindi nulla vuole avere di sportiva nonostante sia mossa da un motore sincrono a magneti permanenti di ultima generazione modello “App550”. L’unità è integrata nell’asse posteriore e riceve energia da una batteria inserita in un pianale a sandwich, soluzione ormai standardizzata sulla maggior parte delle auto elettriche, un layout cui si legano anche l’ampio passo e gli sbalzi contenuti a livello di design. La ricarica della batteria può essere avanzata anche, e si potrebbe aggiungere preferibilmente, tramite colonnine di ricarica rapida a corrente continua fino a 200 chilowatt di potenza per le batterie da 86 chilowattora. Il che si traduce in un tempo di ricarica fino all’80 per cento di capacità effettuata in 28 minuti. Ma Volkswagen non demorde nel proporre “Id.7 Tourer” come vettura full electric long range, al punto da integrare un sistema di pre-condizionamento della batteria che permette, elevando la temperatura del componente, di incrementare la velocità di ricarica. Cosa eccellente per chi si compra una vettura elettrica che, oltre ai tempi di ricarica in funzione della potenza della colonnina, deve anche fare i conti con la temperatura in quanto in inverno il freddo peggiora ulteriormente le tempistiche.
A fronte della riflessioni critiche di cui sopra è però vero che il pacchetto “Id.7 Tourer” offre quanto di meglio ci sia oggi sul mercato in termini di design, finiture e sistemi di assistenza alla guida, ambito in cui si esalta il sistema di parcheggio automatico operante fino a 50 metri dalla piazzuola di destinazione. Previsti anche il controllo automatico della dinamica longitudinale e trasversale, il cambio di corsia assistito, il controllo dell’apertura delle porte in presenza di vetture o bici in avvicinamento e un assistente vocale basato su intelligenza artificiale “ChatGpt” in grado di rispondere in modo naturale alle richieste degli utenti e fornire supporto nel controllo dell’interfaccia di bordo. Insomma come molti modelli full electric di gamma medio-alta di ultima generazione anche la nuova “Id.7 Tourer” offre tutto ciò cui può aspirare un moderno automobilista amante dell’automazione spinta, del “farsi portare” anziché del “guidare” risultando anche poco interessato ai discorsi economici. La nuova “Id.7 Tourer” si ipotizza infatti che possa costare non meno di 60 mila euro a fronte dei 42 mila euro necessari per portarsi a casa una “Passat” mild Hybrid o diesel. Da sottolineare infine che la produzione della “Id.7 Tourer” è stata avviata presso l’innovativo stabilimento Volkswagen per la mobilità elettrica di Emden, in Germania, lo stesso che produce la berlina fast-back “Id.7” e il suv “Id.4”, ma anche lo stesso stabilimento che negli ultimi mesi ha vissuto un drastico calo della produzione con numerosi licenziamenti per il crollo della domanda di auto elettriche. Trend che sicuramente ha i suoi perché.
Titolo: Volkswagen full electric “Id.7 Tourer”, soluzione per pochi
Autore: Redazione