Spostare sempre più avanti i limiti delle supersportive stradali. È questo l’ambizioso biglietto da visita con cui ha fatto il suo esordio “Panigale V4”, una delle supersportive più ambite del mercato derivando dalla moto che per due anni consecutivi il Mondiale Superbike. Dovendo ottemperare alle norme anti inquinamento euro 5+ Ducati ha deciso di approfittare di tale obbligo per riprogettare ex novo la moto intervenendo sul design, sui contenuti tecnici e sull’ergonomia di guida. Ne è derivato un rinnovamento a 360 gradi portato avanti con l’obiettivo di enfatizzare ulteriormente quel profilo di missione teso a offrire ai driver le sensazioni trasmesse ai piloti professionisti dai modelli racing impiegati in pista ma abbinandole a quegli standard di comfort e di sicurezza oggi d’obbligo sulle moto stradali. Ciò grazie a inedite soluzioni elettroniche e tecnologie in larga parte di derivazione MotoGp e condensando il tutto in un peso limitato a 187 chili, due in meno rispetto al modello precedente. Base di partenza del percorso di cui sopra il nuovo metodo di progettazione che integra aerodinamica e design in una visione globale tesa a inserire i profili aerodinamici nell’estetica senza soluzione di continuità. Grazie a ciò è stato possibile realizzare una carenatura capace di ridurre del quattro per cento la resistenza aerodinamica e di proteggere più efficacemente il pilota in rettilineo mantenendolo in una sorta di “bolla” di aria calma.
Le ali a doppio profilo e a elevata efficienza sono inoltre perfettamente integrate alle forme del frontale, mantenendo invariato il contributo in termini di deportanza rispetto al modello precedente, mentre l’arretramento del bordo d’attacco della carenatura rispetto alla ruota anteriore concorre a rendere la moto più agile nei cambi di direzione ad alta velocità. Ispirata nello stile alla storica “916”, l’ultima nata in casa Ducati beneficia anche di un rinnovato equilibrio tra avantreno e retrotreno che contribuisce fattivamente a realizzare un assetto generale più orizzontale, del tutto simile a quello proposto dalle attuali moto da corsa impegnate nella MotoGp, mentre il codino, più largo e lungo rispetto a quello del modello di precedente generazione, aumenta l’abitabilità per il pilota. Ed è proprio il concetto di ergonomia declinato a favore di una più diretta e facile gestione della moto ad aver indirizzato gli ingegneri emiliani nella messa a punto del posto guida di “Panigale V4”, sviluppato non a caso con il duplice obiettivo di garantire la massima integrazione del pilota nell’aerodinamica della moto e di migliorare il controllo del mezzo nelle fasi più importanti della guida in pista. Il gruppo sella-serbatoio offre in effetti una più ampia libertà di movimento longitudinale grazie alla maggiore abitabilità, facilitando il posizionarsi in carenatura attraverso la presenza di un profondo incavo nella parte superiore che evita interferenze con la mentoniera del casco. Allo stesso tempo la zona posteriore del serbatoio, unita alle cover laterali e alla conformazione della sella, supportano meglio il pilota nelle fasi di frenata, inserimento e percorrenza di curva senza limitare i movimenti del corpo nelle altre fasi e facilitando contemporaneamente l’ancoraggio con le ginocchia per contrastare la decelerazione e lo sporgersi dalla sella una volta inserita la moto in curva per ridurre lo sforzo per le braccia e quindi l’affaticamento generale.
A enfatizzare ulteriormente la guidabilità della nuova “Panigale V4” concorre inoltre la ciclistica, anche lei derivata dalle racing MotoGp e quindi foriera di rigidezze laterali capaci di assicurare il grip anche con angoli di piega superiori ai 60 gradi, ma mantenendo allo stesso tempo elevati valori di rigidezza longitudinale per sfruttare la coppia del motore in accelerazione e la potenza frenante in staccata. A tal fine, è stato modificato il telaio “Front Frame” e sviluppato un inedito forcellone bibraccio denominato “Ducati Hollow Symmetrical Swingarm” leggero e dal design innovativo che attraverso una geometria specifica ha consentito di mantenere la posizione del silenziatore sotto il motore, soluzione unica nel panorama mondiale delle supersportive stradali. In particolare, il nuovo forcellone riduce la rigidezza laterale del 37 per cento rispetto al monobraccio che equipaggiava la versione precedente migliorando la trazione in uscita di curva e il feeling del pilota nelle accelerazioni, mentre il telaio è stato rimodulato nelle rigidezze con un decremento del 40 per cento a livello laterale così da offrire ancora più confidenza in piega e maggior efficacia quando si tratta di prendere la corda e chiudere la curva. Così supportato, il pilota può liberamente beneficiare delle perfomance assicurate dal rinnovato quattro cilindri a V “Desmosedici Stradale” da mille e 103 centimetri cubi capace di erogare fino a 216 cavalli a 13 mila e 500 giri. Valori che assumono ancor più rilevanza se si considera che si riferiscono a un’unità emissionata in euro 5+ e che sono stati raggiunti mutuando a livello di fluidodinamica le dimensioni e le geometrie utilizzate sui motori da competizione. In tale ottica, l’architettura a “V” di 90 gradi del blocco e il suo posizionamento ruotato all’indietro di 42 gradi realizzano un powertrain globale estremamente compatto che permette di centrare le masse attorno al baricentro del veicolo consentendo così una perfetta integrazione fra motore e moto. La presenza di un albero motore controrotante compensa poi l’effetto giroscopico delle ruote conferendo maneggevolezza e agilità nei cambi di direzione e riducendo sia la tendenza all’impennata in accelerazione sia al ribaltamento in frenata.
Allo stesso modo, i perni di biella sfalsati di 70 gradi comportano un ordine di accensione di tipo “Twin Pulse” che genera un’erogazione facile da gestire e un’elevata trazione in uscita di curva, complice anche la presenza nelle canne dei cilindri di pistoni da 81 millimetri di diametro stampati di alluminio realizzati sulla base della tecnologia “box in box” e operanti tramite due segmenti a basso attrito abbinati a un raschiaolio. Di derivazione motorsport anche i quattro alberi a camme che muovono le 16 valvole di acciaio aventi diametri di 34 millimetri sull’aspirazione e di 27 millimetri e mezzo sullo scarico, anche in questo caso valori tipici delle unità da competizione più estreme. La cosa ha imposto sia una revisione del diagramma della distribuzione, con camme dal diverso profilo e un valore di alzata più elevato di 0,75 millimetri sull’aspirazione e di 0,45 sullo scarico, sia un’ottimizzazione degli ingranaggi della trasmissione primaria e del comando distribuzione, integrate con fasce dentatura più strette. L’aspirazione è affidata a quattro corpi farfallati ovali con diametro equivalente di 52 millimetri collegati a cornetti di aspirazione a lunghezza variabile, la cui escursione è aumentata di dieci e di cinque millimetri rispettivamente nelle configurazioni corta e lunga oggi caratterizzate da valori di 25 e 80 millimetri. Su ogni corpo farfallato operano inoltre due iniettori, uno sotto la farfalla specifico per le condizioni di utilizzo a basso carico e uno sopra che viene attivato quando al motore si richiede di esprimere le maggiori performance, mentre al loro azionamento provvede un motorino elettrico dedicato che grazie al sistema “Ride by Wire” permette di modulare il carattere del motore in relazione alla modalità di guida scelta dal pilota. Ulteriore intervento di affinamento rispetto al propulsore di precedente generazione ha riguardato il mantenimento dell’unicità del silenziatore, sempre posizionato sotto al motore nonostante l’emissionamento Euro 5+. Per raggiungere tale obiettivo il sistema di scarico ha mantenuto la configurazione 4-2-1-2 ma è stato ridisegnato nel giro dei collettori e del silenziatore con quest’ultimo che è diventato a camera con doppie uscite. Completamente riprogettato, il gruppo integra ora due sonde lambda aggiuntive rispetto alle 4 già presenti nel sistema di scarico e dispone di catalizzatori intubati. A completare la rivisitazione motoristica provvede infine la trasmissione a sei rapporti equipaggiata con il nuovo comando “Dqs”, “Ducati Quick Shift”, comandata da una leva che non prevede interposizione di micro-switch a effetto “Hall” basando la strategia di assistenza alla cambiata sul sensore che rileva la marcia inserita e la posizione in gradi del tamburo del cambio. Ne deriva un feeling di cambiata più diretto cui concorre anche la frizione a 11 dischi operanti in bagno d’olio il cui comando idraulico prevede un sistema ad asservimento progressivo che incrementa il carico sui dischi senza penalizzare lo sforzo alla leva.
Doppia esclusività
Ducati “Panigale V4” è la prima moto al Mondo equipaggiata con le pinze freno anteriori Brembo “Hypure”, sviluppate per disperdere con maggior efficacia il calore generato dalla frenata, così da assicurare prestazioni costanti anche se impegnati in maniera continuativa. Prevista anche la presenza del sistema “Race eCbs” sviluppato da Bosch in collaborazione con Ducati. Nelle modalità di guida racing volute per far fronte a eventuali utilizzi in pista della moto attiva il freno posteriore secondo strategie che riproducono le tecniche dei piloti professionisti permettendo anche ai meno esperti di ritardare il punto di frenata. All’atto pratico, il sistema continua ad attivare il freno posteriore anche dopo il rilascio del freno anteriore in fase di inserimento e percorrenza di curva, come riescono a fare i professionisti utilizzando un comando aggiuntivo montato sul manubrio.
Elettronica amica
Evoluta a livello tecnico, Ducati “Panigale V4” vanta i più elevati standard di innovazione elettronica grazie alla presenza del sistema “Ducati Vehicle Observer”. Il sistema simula l’input di oltre 70 sensori, consentendo ai sistemi di bordo di intervenire in modo quasi predittivo per assecondare in maniera puntuale le richieste dei piloti quando sono alla ricerca delle massime performance. Sviluppato per l’impiego agonistico, “Ducati Vehicle Observer” di fatto stima le forze a terra agenti sulla moto e i carichi sopportabili dalla stessa nelle varie condizioni di guida, integrando in maniera ancora più accurata le informazioni provenienti dalla piattaforma inerziale “Imu”, in modo tale da assicurare sempre il miglior assetto in funzione del fondo e della modalità di conduzione.
Titolo: Ducati “Panigale V4”, fedele a sè stessa
Autore: Redazione