Secondo uno studio avanzato da Adam Simon, ricercatore operante presso la facoltà Terra e Ambiente dell’Università del Michigan, negli Stati Uniti, una Honda “Accord” tradizionale, cioè mossa da un motore a combustione interna, necessita di circa 18 chili di rame. La stessa auto se propulsa per via elettrica necessita di circa 90 chili di rame. Circa cinque volte di più. L’utilizzo del rame è inoltre in costante crescita in tutti i comparti industriali e ciò sta creando non pochi problemi di approvvigionamento in quanto, sempre secondo lo studio di Adam Simon, già dal 2018 l’industria utilizza più rame di quanto se ne riesca a scavare. Tendenza accentuata negli ultimi anni dalla transizione “green” e, in particolare, dalle auto elettriche. L’allarme non riguarda quindi la disponibilità della materia prima, stimata nel 2017 in circa cinque mila e 600 milioni di tonnellate fra depositi scoperti e stime su quelli non ancora scoperti, quanto la velocità di estrazione che non può essere implementata più di tanto. Già nel 2018 a fronte di un utilizzo mondiale di rame che ha toccato le 24 milioni e 400 mila tonnellate le estrazioni si sono ferma a 20 milioni e cento mila tonnellate, un disavanzo del 18 per cento circa che sta continuamente crescendo e che nel 2050 si stima raggiunga il 36 per cento. Dato indotto da una richiesta di circa 50 milioni di tonnellate a fronte di una capacità estrattiva di 37 milioni e 100 mila tonnellate.
“Con il nostro documento, mostriamo come la quantità di rame necessaria è molto più alta, e sostanzialmente impossibile da produrre, di quanto estratto dalle compagnie minerarie” scrivono i ricercatori sottolineando che attualmente sono 709 le miniere di rame operative a livello globale, con la più grande situata in Cile – la miniera di Escondida, nel deserto di Atacama nella regione di Antofagasta – che ha una produzione annua di 880 mila tonnellate/anno. A fronte di tali dati i ricercatori sostengono che l’auto elettrica nel suo complesso non sia affatto più “ecologica” di quelle tradizionali e, anzi, sia destinata a peggiorare gli attuali standard di inquinamento del Globo. Meglio sarebbe a loro avviso se si puntasse sulle più varie forme di propulsioni ibride realizzate affiancando ai motori endotermici azionati mediante combustibili di derivazione non fossile dei motori elettrici aventi funzioni primarie o di supporto a seconda dei casi.
Titolo: Carenza del rame, i problemi non finiscono mai
Autore: Redazione