È un lo indissolubile quello che lega Ferrari e i motori a 12 cilindri. L’architettura meccanica V12 rappresenta infatti l’atto costituente della Casa di Maranello e da 77 anni ne simboleggia il dna motoristico. Proprio per questo, “12Cilindri” diventa oggi il nome di una nuova berlinetta biposto nata per omaggiare la storia del Cavallino, dando le mode e le tendenze attualmente in auge nel segmento delle vetture supersportive.
Contrariamente a quanto proposto da tutti i più prestigiosi brand, Ferrari ha volutamente evitato ogni forma di elettrificazione per mantenere inalterata la purezza meccanica offerta dai motori V12 aspirati montati in posizione centrale-anteriore, tradizionalmente riconosciuti come la massima espressione ingegneristica dei propulsori endotermici grazie alla loro perfetta equilibratura che assicura la quasi totale assenza di vibrazioni e una fluida e continua erogazione di coppia. Una scelta controcorrente quella compiuta dai tecnici di Maranello quindi, tale da rendere la nuova berlinetta Ferrari l’unica supersportiva equipaggiata con un V12 aspirato sul mercato. Ovviamente rinnovato profondamente per assicurare i più elevati standard di efficienza e prestazioni, con la potenza massima elevata a 830 cavalli e il regime di rotazione portato fino a nove mila e 500 giri attraverso un lavoro volto a ridurre peso e inerzia dei componenti rispetto all’unità che equipaggia la versione “812 Superfast”.
In tale ottica, il rinnovato “F140Hd” vanta bielle realizzate con titanio, materiale che garantisce un risparmio di massa del 40 per cento rispetto all’acciaio, così come per i pistoni è stata utilizzata una speciale lega di alluminio volta ad assicurare anche un aumento della resistenza, mentre l’albero motore ha beneficiato di un alleggerimento del tre per cento e di una nuova equilibratura.
L’apertura e chiusura delle valvole è inoltre gestita da un dito a strisciamento, una soluzione di derivazione racing adattata per l’occasione con l’obiettivo di ridurre la massa traslante e di disporre di pro li di alzata più performanti. Il dito, realizzato con acciaio rivestito con diamond-like carbon, utilizza come perno per il movimento una punteria idraulica mentre la camma è disegnata in modo da ottimizzare l’erogazione di coppia anche ai bassi regimi per offrire una risposta continua e immediata alle sollecitazioni dell’acceleratore.
A garantire la massima efficienza termodinamica agli alti regimi guardano invece un polmone di aspirazione più compatto rispetto al V12 di precedente generazione e un sistema di trombette a geometria variabile che modifica in modo continuo la lunghezza del condotto di aspirazione adattandola al regime di rotazione del motore per massimizzare il riempimento del cilindro.
Obiettivo quest’ultimo al cui raggiungimento concorre inoltre una strategia software, utilizzata per la prima volta su un motore aspirato, in grado di modificare la coppia massima disponibile in funzione della marcia inserita, così da far percepire al pilota una spinta lineare e progressiva al crescere del rapporto di trasmissione. A beneficiarne è quindi il piacere di guida, complice peraltro la presenza di un sistema di controllo della curva di coppia denominato “Ats”, “Aspirated Torque Shaping”, che concorre a ottimizzare l’erogazione in terza e quarta marcia così da migliorare la percezione della forma della curva stessa, ma senza che ciò vada a incidere negativa- mente sul livello di accelerazione. Così configurato e operante congiuntamente a una trasmissione automatica a doppia frizione a otto rapporti, il rinnova- to “F140Hd” permette a “12Cilindri” di muovere la vettura con la fluidità quasi da motore elettrico ma con una determinazione che dà origine a uno scatto da fermo a cento chilometri/ora in due secondi e nove decimi e a una velocità massima di oltre 340 all’ora. Prestazioni indotte anche da un’aerodinamica attiva che consente alla vettura di assumere due configurazioni, denominate “Ld”, “Low Drag”, e “Hd”, “High Downforce”.
In posizione “Ld” gli elementi mobili sono naturalmente allineati alla scocca in modo che l’aria scorra sopra gli stessi, rendendoli quindi invisibili al flusso con la loro movimentazione che dipende dalle accelerazioni longitudinali e trasversali della vettura. In configurazione “Hd” invece gli elementi generano il massimo carico verticale per assicurare un’ottimale bilanciamento aerodinamico, ma senza appesantire un design incentrato su linee semplici e armoniche che esprimono una sportività sobria desti- nata a evolvere i codici stilistici delle precedenti Ferrari equipaggiate con propulsori V12.
Va letto in tale ottica un frontale che propone gruppi ottici avvolti in una fascia unica e quasi scultorea, così come laffiancata sfrutta il linguaggio del minimalismo, ottenuto attraverso passaruota levigati e geometrici che si integrano nell’unione tra cofano e passaruota anteriori, mentre dietro le superfici aerodinamiche mobili si fondono con il lunotto per creare un effetto coda tronca che dona dinamismo all’auto, al punto da farla sembrare costantemente pronta allo scatto. Allo stesso modo, gli interni fondono eleganza, minimalismo e tecnologia, evolvendo il concetto di dual cockpit apparso sui modelli “Roma” e “Purosangue” per arricchirlo con tre display, il primo dei quali da 15 pollici e sei posto di fronte al guidatore.
Centralmente trova invece posto uno schermo da dieci pollici dedicato all’infotainment, mentre un ulteriore display da quasi nove pollici riservato al passeggero permette anche a quest’ultimo di vivere un’esperienza di utilizzo immersiva.
Progettato ad hoc
Il rinnovamento del V12 “F140Hd” ha indotto la necessità di riprogettare l’impianto di raffreddamento della vettura attraverso l’ottimizzazione delle sette evacuazioni presenti sul fondo anteriore. In particolare, lo spazio tra gli elementi longitudinali del telaio è dedicato al radiatore dell’acqua motore e al condensatore del circuito di climatizzazione, serviti dall’apertura centrale, mentre il radiatore dell’olio è diviso in due elementi posizionati davanti alle ruote anteriori.
Le prese laterali risultano a loro volta divise in due, con la parte esterna dedicata al raffrescamento del radiatore dell’olio motore, mentre quella interna al raffreddamento dell’impianto frenante. Il condotto di raffreddamento è inoltre alimentato da due bocche di accesso, una fra gli ingressi dei radiatori e l’altra sulla parte inferiore dello splitter anteriore, mentre gli ingressi laterali risultano inquadrati da un elemento a “L” che ha lo scopo di massimizzare la portata d’aria all’interno della bocca e, allo stesso tempo, di orientare correttamente il flusso lungo la fiancata. L’aria nel vano motore trova peraltro sfogo attraverso due evacuazioni sul cofano motore che riducono le sovrapressioni, soluzione che oltre a migliorare l’efficienza di raffreddamento ha anche permesso di ridurre le aperture sul fondo, così da massimizzare la generazione di carico verticale.
Migliorata anche la rigedezza torsionale
Il telaio della berlinetta “12Cilindri” non è mutuato dal modello “812 Superfast” che la nuova nata sostituisce a listino, ma risulta completamente nuovo. Più corto di 200 millimetri, si caratterizza per una geometria dei componenti fusi appositamente studiata per garantire sia un contenimento delle masse sia una maggior rigidezza torsionale, obiettivo quest’ultimo raggiunto anche attraverso una pulizia delle linee di carico che ha consentito di migliorare la resistenza a parità di peso rispetto alle precedenti applicazioni a dodici cilindri Ferrari. Il risultato è aumento del 15 per cento della rigidità torsionale rispetto al passato, dato che garantisce un comportamento dinamico della struttura più prevedibile e un conseguente beneficio per le sospensioni.