A Moab, nello stato americano dello Utah, da 57 anni a questa parte si tiene un raduno di appassionati del fuoristrada denominato “’Easter Jeep Safari”. La presenza della termine Jeep non deve trarre in inganno. Inizialmente il raduno era in effetti riservato ai possessori di tali vetture ma col tempo si è allargato a tutti i marchi operanti nel settore dell’off road ampliando anche la sua durata da un solo giorno a nove. Quest’anno sono state oltre ventimila le vetture arrivate nella cittadina statunitense molte delle quali preparate ad hoc per affrontare i percorsi fuoristrada più duri e impegnativi, quelli scelti ogni anno da organizzatori che a tratti sembrano voler dar sfogo a vere e proprie forme di sadismo nei confronti di auto e piloti.
Jeep, 4×4 forever
In tale contesto è ovviamente il marchio Jeep a farla da padrone, vuoi perché storico mandatario della kermesse vuoi perché inserito fra i miti motoristici degli States assieme alle moto Harley Davidson e i Freightliner Trucks vuoi perché rimasto assieme l’unico costruttore al Mondo che offre un’intera gamma di vetture off road in grado di affrontare i più impervi percorsi senza troppe preparazioni. Una mission che Jeep ha concretamente dimostrato di voler continuare a perseguire anche in futuro come ben dimostrano i sette concept portati a Moab, sette prototipi funzionanti e dotati di propulsori di ultima generazione fra i quali non mancavano ovviamente quelli elettrici. Protagonista in tal senso “Wrangler Magneto”, concept elettrico a batteria giunto oggi alla sua terza generazione testimoniando insieme ad altri tre concept Jeep “4xe”, l’impegno del brand nei confronti della missione “Libertà a zero emissioni”. Nelle pagine a seguire le presentazioni di ogni singolo prototipo stilate sulla base delle poche informazioni tecniche rilasciate da Jeep.
Jeep “Wrangler Magneto 3.0”
Jeep “Wrangler Magneto 1.0” fu presentato nel 2021 quale bev, vettura full electric alimentata mediante batterie, performante, silenzioso e rapido, nato per affrontare i sentieri rocciosi ispirandosi nelle forme al modello due porte della Casa “Wrangler Rubicon 2020”. Era equipaggiato con un motore elettrico a flusso assiale in grado di operare anche a sei mila giri/minuto abbinato a un cambio manuale a sei velocità per il massimo controllo.
Ne derivava un motopropulsore compatto erogante 285 cavalli e oltre 370 newtonmetro. La seconda generazione di “Magneto” arrivò lo scorso anno raddoppiando l’amperaggio di picco del sistema di propulsione e portandolo a 600 ampere. Ciò ha consentito di erogare fino a mille e 152 newtonmetro di coppia e 625 cavalli di potenza, prestazioni ulteriormente cresciute quest’anno con “Magneto 3.0” ma modulabili in base all’uso della vettura. La funzione “Output select” permette infatti di scegliere tra due impostazioni di potenza con la standard che mette a disposizione 285 cavalli e 370 newtonmetro e la power che alza la potenza a 650 cavalli e la coppia a mille e 220 newtonmetro. Previste anche la modalità di recupero dell’energia disattivabile e la modalità “Hill descent” che consente di guidare in fuoristrada con un solo pedale nelle situazioni più difficili. In tali contesti si esaltano le presenza degli assali anteriori “Dynatrac 60” e posteriori “Dynatrac 80”, delle ruote da 20 pollici abbinate a pneumatici da 40 pollici e il kit di sollevamento da oltre sette centimetri. Il concept Jeep Magneto 3.0 sorprende anche nelle proporzioni. Da segnalare l’apertura delle porte arretrata di 15 centimetri per facilitare gli accessi, il montante “B” spostato all’indietro di 60 millimetri per per dar spazio a una barra antirollio dedicata e gli arretramenti del parafango anteriore e del parabrezza.
Concept “Scrambler 392”
Introdotto originariamente nel 1981, Jeep “Scrambler” fu il primo pick-up compatto e decappottabile del brand Jeep. Era simile a “CJ-7”, ma presentava un passo più lungo, 261 centimetri, e un importante sbalzo posteriore per aumentare lo spazio di carico. Quattro decenni dopo, “Scrambler 392” si basa sulle origini open-air di “CJ-8” ma risultando equipaggiato con un motore “Hemi V-8” da sei litri e 400 centimetri cubi erogante 470 cavalli e 637 newtonmetri di coppia. Il conceptdispone inoltre di carrozzeria di fibra di carbonio, parabrezza rivisto nell’inclinazione di 12 gradi e un tetto più basso. Migliorata l’apertura delle portiere, più ampi i passaruota posteriori e nuovi i parafanghi anteriori e il cofano, di fibra di carbonio. Per l’off road sono state previste sospensioni pneumatiche “AccuAir” che consentono un sollevamento delle sospensioni oscillante fra un minimo di quattro e un massimo di 14 centimetri regolabile anche in marcia mediante un controller in cabina o un dispositivo wireless con bluetooth a lungo raggio. Cerchi da 20 pollici e pneumatici da 40 completano le dotazioni.
Concept “Cherokee 4xe 1978”
Introdotta per la prima volta nel 1974, Jeep “Cherokee” era una versione sportiva a due porte di “Wagoneer” orientata agli automobilisti più giovani e avventurosi. Un anno più tardi fu resa disponibile l’opzione a carreggiata larga, con pneumatici maggiorati, assali più larghi di sette centimetri e mezzo circa, passaruota anteriori e posteriori maggiorati e assali anteriori e posteriori Dana “44”. Tali impostazioni sono state ricordate nel concept attuale realizzato sulla base di una “Cherokee” del 1978 rivista in chiave “Wrangler Rubicon 4xe” del 2022. La carrozzeria originale è stata radicalmente modificata e gli esterni rispettano le proporzioni originali così che a prima vista il veicolo possa sembrare una “Cherokee” d’epoca quando invece è un moderno fuoristrada elettrificato. Sotto il cofano si cela in effetti il gruppo propulsore di “Wrangler 4xe”, caratterizzato dall’abbinamento fra due motori elettrici, un pacco batterie ad alta tensione e un motore ciclo otto “I-42 turbo da due litri. Il tutto abbinato a un cambio automatico a otto marce e a un riduttore con rapporto quattro a uno. I cerchi in questo caso sono da 17 pollici di diametro e i pneumatici da 37 pollici.
Concept “Wrangler Rubicon 4xe”
Nel caso specifico il progetto ha una valenza prettamente estetica essendo la meccanica molto simile a quella proposta dal modello “Wrangler Rubicon 4xe”. Cambiano le sospensioni, pneumatiche e regolabili serie “AccuAir” e i pneumatici, da 37 pollici montati su cerchi da 17. Rivisti i paraurti anteriori e posteriori, le coperture dei differenziali e inserito un verricello Warn Zeon.
Concept “Grand Wagoneer Overland”
Il concept “Grand Wagoneer Overland” è dedicato al cross-trekking risultando equipaggiato con il nuovo propulsore “Hurricane Twin Turbo 510” da tre litri litri erogante 510 cavalli di potenza e 678 newtonmetro di coppia. Moltissimi gli accessori interni ed esterni con questi ultimi che vedono protagonista uno “Skyloft RedTail Overland” progettato espressamente e applicato alla parte superiore del tetto. Realizzato con fibra di carbonio, si apre in circa dieci secondi dall’interno ed è stato riposizionato in modo da creare un ingresso a prova di intemperie. Una porta scorrevole in avanti/indietro e un piccolo gradino che funge anche da tavolino, consentono un facile accesso a quella che si propone quale oasi climatizzata con due posti letto. Arredato in stile “salotto” l’abitacolo. Propone due grandi poltrone a sacco, un tappeto in peluche, cuscini e un sistema di illuminazione interna. L’abitacolo offre inoltre un ampio spazio per biciclette, attrezzature e qualsiasi altra cosa valga la pena portare in viaggio. Come su altri concept Jeep ha inoltre migliorato l’accesso alla vettura che affronta il fuoristrada potendo contare su pneumatici da 35 pollici di diametro installati su cerchi da 18 pollici.
Concept “Wrangler Rubicon 4xe Departure”
Il concept Jeep “Wrangler 4xe Departure” propone una carrozzeria open-air arricchita da accessori Mopar. In particolare, la ruota di scorta e il relativo supporto, voluti per conferire alla vettura angoli di uscita superiori a quelli standard. Equipaggiato con cerchi Kmc “Impact Ol” da 17 pollici e pneumatici BfGoodrich da 37 pollici, il concept vanta anche un un kit di sollevamento che ne alza la luce libera di cinque centimetri integrando ammortizzatori Bilstein con serbatoio separato. Prevista anche una griglia anteriore dotata di una protezione tubolare di un metro e mezzo per un metro che si ripiega per creare una panca senza impedire l’installazione di verricello Warn. Per agevolare la marcia in fuoristrada avanzata in notturna sono poi stati inseriti proiettori perimetrali led mentre per dar luogo a una maggiore capacità di carico è stato progettato uno specifico sistema di montaggio della ruota e dello pneumatico di scorta. Nella parte posteriore della vettura si trova infatti un portello tubolare convertibile che consente di posizionare la ruota di scorta sull’esterno o sull’interno del veicolo a seconda delle necessità.
Concept “Gladiator Rubicon Sideburn”
Il concept “Gladiator Sideburn” è mosso da un V6 “Pentastar” da tre litri e 600 centimetri cubi e si propone quale momento simbolo delle modifiche funzionali ed estetiche che la Casa mette a dispsosizione dei suoi utenti che desiderano accentuare le doti fuoristradistiche delle rispettive vetture. A parte il kit di rialzo da cinque centimetri e le grosse gomme da 37 pollici didiametro montate su cerchi da 17 pollici, la maggior parte degli interventi sono comuni a quelli attuati sugli altri concept con l’eccezione del paracolpi previsto per deviare rami e sterpaglie oltre la linea del tetto evitando danni alla carrozzeria. Sempre a tetto inserite anche luci led perimetrali e di profondità rimovibili mentre il pianale è accessoriato in modo da consentire un trasporto agevole e sicuro di qualsiasi attrezzatura o bagaglio.
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Titolo: Jeep, 4×4 forever: concept e filosofie progettuali
Autore: Redazione